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Le pinne sono un componente basilare dell’attrezzatura subacquea , in quanto svolgono la funzione di facilitare ed ottimizzare il movimento del sub in acqua, infatti, consentono di trasmettere ai piedi l’energia prodotta dall'azione muscolare delle gambe e fornendo una maggiore superficie di spinta ai piedi, ne incrementano la spinta propulsiva per avanzare in acqua, ottenendo così dalla pinneggiata il massimo rendimento. Gli elementi costruttivi che compongono la pinna tipo sono: l’alloggiamento per il piede o scarpetta, da cui originano due costolature laterali (longheroni) di lunghezza e flessibilità variabili che racchiudono il componente propulsivo ovvero la pala,anch’essa di lunghezza, spessore,flessibilità e reattività variabili, talvolta rifinita anteriormente da scanalature per guidare il flusso dell’acqua nella fase di spinta della pinneggiata, da aperture di sfogo per ridurre l’attrito durante la fase passiva della pinneggiata, può presentare sul margine terminale delle piccole derive stabilizzatrici per una migliore direzionalità, eliminando così fenomeni di torsione della caviglia, ed un profilo protettivo in morbido elastomero. Generalmente tra i materiali impiegati per realizzare le pinne, si distinguono:
• i polimeri termoplastici : attribuiscono alla pala una maggiore elasticità, nel tempo pressochè inalterabile,buona reattività, per contro però una scarsa resistenza a graffi ed abrasioni.
• la gomma naturale : solitamente utilizzata con mescole di diversa durezza ed elasticità, rende la pinna più pesante, conferendogli poi in acqua un assetto negativo,utile nel compensare la spinta positiva dovuta ai calzari ,favorendo così una migliore postura del sub. Praticamente indistruttibili in quanto a resistenza e durata, le pinne in gomma naturale pur risultando più dure nella pinneggiata sono particolarmente gradite nella subacquea tecnica perché agevolano un migliore assetto e facilitano la pinneggiata a rana, ritenuta particolarmente efficace .
• le fibre di vetroresina e di carbonio : entrambe molto leggere e particolarmente reattive, trasmettono ottimamente l’energia muscolare dalla gamba al piede, offrendo così una forza propulsiva decisamente efficace; sono per lo più impiegate nelle pinne lunghe per l’apnea in profondità.
Le pinne a prima vista si differenziano essenzialmente per l’alloggiamento del piede, per cui si possono suddividere in due categorie macroscopiche : pinne a scarpetta chiusa e pinne con cinghiolo.
1. Le pinne a scarpetta chiusa presentano l’alloggiamento che racchiude completamente il piede generalmente realizzato in morbida gomma termoplastica e con forma anatomica, la pala invece prevalentemente con polimeri termoplastici molto leggeri e reattivi. Nell’acquistare un paio di pinne a scarpetta chiusa è importante ricordare che le pinne non devono essere troppo strette, per evitare rallentamenti della circolazione, con conseguente sensibilità al freddo e rischio di crampi, ma neppure essere troppo larghe, per evitarne la perdita durante l'uso; quindi bisogna assicurarsi che la scarpetta alloggi perfettamente e comodamente il piede, eventualmente vestito con un calzare morbido di neoprene, cosicchè possa trasmettere forza alla pinneggiata; infine riguardo la pala: se è rigida, ampia e lunga sarà molto efficiente nella spinta propulsiva ma anche piuttosto faticosa da usare (crampi), se è più piccola e flessibile sarà molto più comoda ma meno efficiente.
A seconda dell’attività acquatica che s’intende prevalentemente praticare,tenendo conto del livello di personale abilità ed esperienza,si può scegliere tra queste diverse tipologie di pinne :
• Nuoto : concepite espressamente per il nuoto e l’allenamento in vasca, sono caratterizzate da una pala di minime dimensioni, comoda per entrare ed uscire dall’acqua; assicurano in assenza di forte corrente contraria una pinneggiata agile e poco stancante, senza provocare l’insorgenza di crampi anche durante lunghe nuotate. Si utilizzano senza calzari.
• Snorkeling : studiate per consentire confortevolmente una pinneggiata fluida, poco stancante e comunque discretamente potente, sono strutturalmente pinne a pala corta molto leggere e flessibili, facili da usare e poco impegnative. Se usate in acque calde non richiedono i calzari.
• Polivalenti : sono pinne di buone dimensioni, caratterizzate da una pala più lunga, ampia e reattiva, spesso rifinita con costolature laterali più marcate, scanalature per canalizzare il flusso dell’acqua e derive stabilizzatrici, grazie alla ottenibile maggiore propulsione,consentono una pinneggiata più efficace, per contro però richiedono maggiore energia nel movimento; sono adatte alle immersioni con ARA ed in apnea poco impegnative ed allo snorkeling al largo : nelle immersioni è consigliabile l’utilizzo dei calzari.
• Apnea : sono caratterizzate da una pala piuttosto lunga (solitamente 70-80 cm.), in alcuni modelli specifici anche intercambiabile con pale di varia resa elastica, molto leggera e reattiva, realizzata a spessore differenziato con una particolare inclinazione rispetto alla scarpetta utilizzando i migliori tecnopolimeri,la fibra di vetroresina o di carbonio e racchiusa da longheroni laterali di sezione variabile per ottimizzarne la flessibilità ed indirizzare il flusso d’acqua verso l’estremità sagomata della pala, evitando così lo slittamento laterale della pinna. La scarpetta anatomica, studiata per essere calzata anche con i calzari, assicura una ottima resa propulsiva che rende questo tipo di pinna particolarmente adatta all’apnea anche profonda.
2. Le pinne con cinghiolo, possono essere calzate esclusivamente indossando dei calzari in neoprene con suola rigida,che consentendo un ottimo collegamento pinna-gamba, amplificano la sensazione di sicurezza e di padronanza sulla pinna. Utilizzate nelle immersioni con autorespiratore, sono delle pinne di generose dimensioni, generalmente realizzate in speciali tecnopolimeri o in gomma naturale, con longheroni laterali robusti ed una pala ampia talvolta bilobata,ovvero divisa in due da una fenditura longitudinale che la rende simile alla coda di balena,per una buona resa con minor sforzo in assenza di forte corrente, oppure rifinita da scanalature per guidare il flusso dell’acqua o da finestrature atte a ridurre lo sforzo durante la pinneggiata; comode da indossare,anche in acqua, assicurano una maggiore spinta propulsiva anche in presenza di corrente contraria ed una buona stabilità. Sono altresì chiamate pinne “a scarpetta aperta” in quanto non dispongono di una vera e propria scarpetta anatomica chiusa, piuttosto di un grande alloggiamento aperto posteriormente in corrispondenza del tallone, che viene trattenuto da un sistema di chiusura regolabile con fibbie a sgancio rapido e cinghiolo in gomma, che non consente al tallone di slittare lateralmente da una parte all'altra ed al calzare con suola rigida di fuoriuscire troppo con il tacco dalla pinna. In occasione delle immersioni è consigliabile portare al seguito come scorta un paio di cinghioli di ricambio, punto critico della pinna, magari completi di fibbie, oppure in alternativa sostituire il cinghiolo in gomma con uno a molla di acciaio inox, molto più robusto, o a banda elastica con copri tallone ergonomico ed ampia asola, per agevolare la calzata della pinna anche usando dei guanti spessi, recente intelligente alternativa che assicura affidabilità,comfort e praticità nell’indossare,utilizzare e rimuovere le pinne: entrambe le soluzioni offrono una calzata più aderente.
Per informazioni più dettagliate potete tranquillamente contattarci, vi seguiremo nella scelta delle pinne più adatte alle vostre esigenze.